I perpetuatori

I perpetuatori
di Chris Shepherd
(da Climb n. 135, www.climbmagazine.com)
Traduzione © Luca Calvi

Ci sono persone per le quali la familiarità viene prima di tutto. In effetti, siamo creature abitudinarie. Sono giunto a questa conclusione cercando di dare una spiegazione al fatto che dopo 589 episodi pare che ci siano ancora dieci milioni di persone che continuano a guardarsi i Simpsons. E’ comunque l’arrampicata a mostrarci fulgidi esempi di questo tipo di comportamento ogniqualvolta andiamo in falesia. La familiarità è l’aspetto che caratterizza l’andare a provare un progetto, il tutto mentre si crea una relazione intima tra la scalata stessa ed il suo aspirante salitore man mano che le sequenze vengono lavorate e le tattiche affinate.

Monotiri al Sass de Stria, Passo Falzarego

E’ questo, peraltro, un processo che provoca parecchia dipendenza: a differenza dell’atto fulmineo che permette di sbancare una on-sight, la salita in redpoint offre uno sballo più tranquillo che però trasforma alcuni scalatori in veri e propri drogati dipendenti dalla propria dose di progetto. Questi drogati sono facilmente individuabili in falesia, ormai più simili a strutture ancorate alla parete tanto quanto gli spit ai quali si appendono. I Perpetuatori si presentano in forme e grandezze che variano e noi, per il bene della scienza, andremo ora ad esaminarne in dettaglio qualche esemplare.

L’Amatore
E’ ben documentato il fatto che, una volta raggiunta una certa età, molti sono gli uomini e le donne che sentono improvvisamente il desiderio di dedicare ampia parte del proprio tempo a dettagli e particolari di un progetto a lungo termine. Dall’orticultura al modellismo, la transizione dalla crisi di mezz’età a passatempi più tranquilli è da tempo uno dei pilastri più longevi della cultura britannica. Con la loro notevole forza economica gli hobby delle persone di mezza età hanno sostenuto e sostengono innumerevoli produttori di oggettistica per il fai-da-te e per il giardinaggio ornamentale.

Tutto ciò per non parlare, poi, dei produttori di bastoncini telescopici per piazzare i rinvii. Del resto, non tutti gli scalatori sono intenzionati a ritirarsi nel gabbiotto del giardino per andare a farsi la dose di hobby. La loro vita è troppo in simbiosi con il loro sport e ritirarsi dalla scena dell’arrampicata andrebbe a significare per loro lasciarsi alle spalle una vita sociale piena di colori. E’ quello il momento in cui il nostro eroe, ormai nel pieno della quarantina, decide di essere finalmente pronto per andare a tentare la via più difficile della sua carriera, una via che richiede la perfezione.

Tuttavia, il problema della perfezione è che non si riesce mai a raggiungerla. Allo stesso modo in cui generalmente si dà per scontato che lo yacht dei sogni sarà completato solo per quando si va in pensione o si divorzia, l’Amatore va a scegliersi attentamente una via così assurdamente difficile da poter essere collocata a metà tra i progetti a lungo termine ed i sogni irrealizzabili. Senza un termine preciso per il completamento, l’Amatore può finalmente godersi il piacere di passare la giornata ben distante dai figli senza lo stress di dover salire per davvero la via. Quel tipo di gioco si chiama perdere tempo e la soddisfazione viene trovata nell’andare a lucidare gli appoggi per i piedi fino a farli scintillare come una MG Roadster del 1960 appena rimessa a nuovo.

Il Geek (lo smanettone)
Non ci sono dubbi, l’arrampicata su roccia attrae i Nerd e i Geek, ovvero tecno-secchioni e smanettoni. Per alcuni pochi eletti l’ossessione per l’allenamento e le tattiche arriva ad essere la vera aria che respirano. Sono scalatori che passano il tempo a calcolare in modo febbrile il profilo per l’assunzione dei macronutrienti ed a discutere online fino allo sfinimento della resistenza degli avambracci. Tutto ciò di cui hanno bisogno è un motivo per darsi allo smanettamento ed un progetto duro fornisce la giustificazione perfetta per buttarsi su fogli elettronici e integratori di proteine.

E’ così che il processo ha inizio: dopo aver scelto la via, il Geek si ritira nel suo mondo fatto di ricerca, dove vengono predisposte riproduzioni dei passi-chiave e dove i piani di allenamento arrivano ad essere più complessi dei preparativi per il lancio di uno Space Shuttle. Svegli come sono, i Geek sono maledettamente consci del fatto che tutti i frutti delle loro fatiche andranno persi non appena avranno portato a termine il proprio progetto, quindi fanno in modo di estendere all’infinito quei preparativi estenuanti.

Arrampicata a Caleda (BL)

La chiave per il funzionamento dei questa tattica sta nel minimizzare in qualsiasi modo possibile il tempo da passare a provare realmente il progetto. Contrariamente all’Amatore, che va a scalare per il piacere conviviale offerto da una falesia bella affollata, il Geek va a scegliersi apposta un progetto che sia complicato in modo assurdo dal punto di vista logistico. Anche se i divieti imposti per la protezione degli uccelli e le soste scomode fatte rimanendo appesi nel vuoto rimangono i migliori amici del Geek, la regola aurea rimane quella di essere separati dal progetto da un volo a lungo raggio. Con un po’ di fortuna si può arrivare alla situazione in cui il solo lasciare la propria orma può arrivare ad essere causa dell’innalzamento del livello del mare, tanto che alla fine il progetto diventa dipendente dalle maree. Questo potrebbe arrivare a garantirvi un punteggio di 7 su 10 sulla scala delle giustificazioni per la mancata chiusura del progetto.

Lo scalatore ADD (disturbo da deficit dell’attenzione)
Per ogni Amatore e Geek che se la gode di brutto con il redpoint c’è un commento malvagio che proviene da un trespolo posto in alto. Sono scalatori per i quali ciò che vale davvero è arrivare in catena e che sono i primi a contestare l’ottusa interpretazione che i devoti del redpoint danno al gioco arrampicata.

Lo scalatore ADD, tuttavia, ha un losco segreto: allo stesso modo di un marinaio che ha una ragazza in ogni porto, non va mai a provare l’ebbrezza di una relazione prolungata con una via. In più, gli scalatori ADD tendono a lasciar perdere i potenziali progetti per passare con impazienza al prossimo. Il successo è qualcosa di insolito e dopo qualche serie di progetti abbandonati il nostro eroe decide che è ora di tornare a scalare onsight.

Il Conquistador
All’interno di tutte queste sottospecie, tuttavia, esiste una minaccia che giace dormiente: mi riferisco chiaramente al successo , il nemico mortale dello scalatore redpoint a lungo termine. Le ragioni che possono portare casualmente ed accidentalmente ad un successo non sono del tutto chiare. La corrente di pensiero che va attualmente per la maggiore accusa le fluttuazioni nel tessuto spazio-temporale oppure l’assurda teoria delle condizioni di “umido appiccicaticcio”.

Comunque sia, i primi segni del pericolo sono discreti, come urla di frustrazione che diventano ruggiti trionfali. La forma fisica va rapidamente a farsi benedire e gli scalatori redpoint stagionati percepiscono il pericolo, sentono che anche loro potrebbero per errore prendere la sequenza giusta e arrivare in cima al proprio progetto. Nel profondo del loro animo sono coscienti, sanno che anche per loro arriverà il giorno in cui dovranno gustare il sapore dolce di una vittoria più che meritata.

In realtà, però, i veri professionisti dei progetti sono quelli che quando il successo sta per emergere ed arrivare, sanno come ricorrere ad una ferita e riuscire così a tirarsi fuori dalle rogne nel modo più veloce possibile.

   

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I perpetuatori ultima modifica: 2017-02-10T07:19:32+01:00 da GognaBlog

2 pensieri su “I perpetuatori”

  1. 2
    ines says:

    Articolo molto curioso e divertente. Ne conosco uno per ogni tipologia, me compresa! Magari si potrebbe fare una postilla di colore sull’abbigliamento degli arrampicatori, bimbi piccoli al seguito e cani? giusto per completare il quadro…

  2. 1
    GIANDO says:

    Simpatico articolo 🙂

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